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momolindo | Posted: 20/6/2013, 19:37 Il ginkgo biloba, albero della pace Per secoli le genti del Giappone e del mondo sono stati affascinati dalla bellezza e unicità dell’albero del ginkgo e delle sue foglie dalla strana forma. Proprio quest’ultime compaiono infatti su ceramiche, tessuti, stemmi familiari, letteratura e poesia della tradizione giapponese, divenendo un simbolo popolare nazionale. Il nome completo dell’albero, Ginkgo Biloba, deriva appunto dalla speciale forma delle sue foglie che presentano due lobi. L’origine di “Ginkgo” deriva probabilmente da un'erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyōderivante a sua volta da quello cinese "yin-kuo" (da yin «argento» e xìng «albicocca»; yinxìng «albicocca d'argento», con riferimento ai frutti dell’albero che assomigliano molto a delle albicocche) Il ginko, conosciuto in Giapponese con Ichou o Icho, è un “fossile vivente” i cui primi fossili ritrovati risalgono a ben 270 milioni di anni fa! Si pensa che la longevità di quest’albero, che può vivere fino a 1500 anni, sia una caratteristica che ha aiutato la specie a sopravvivere per così tanto tempo. Il ginkgo è così resistente da poter convivere con lo stress e il traffico delle grandi metropoli giapponesi, per questo viene piantato come ornamento nelle città e nei sobborghi, donando paesaggi a dir poco suggestivi specialmente quando le sue foglie ingialliscono e cadono. Sparito dall’Europa e Americhe rispettivamente 2.5 e 7 milioni di anni fa, il ginkgo continuò a vivere in Cina, dove veniva coltivato nei giardini dei templi dai monaci nel 1100 A.C. Intorno al 1192 A.D. l’albero venne importato in Giappone dai monaci Buddisti e fu piantato nelle vicinanze dei templi, in quanto (allora e tutt’oggi) gli alberi dalla grande longevità venivano venerati. Un testamento alla resistenza del ginkgo è dato dai sei alberi che rimasero in piedi e vivono tutt’ora a Hiroshima, in seguito alla bomba nucleare sganciata ed esplosa il 6 agosto 1945 e che rase al suolo tutta la città. Per questo oggi il ginkgo è considerato un “portatore di speranza” e simbolo di pace dal popolo giapponese, anch’esso famoso per la sua grande resistenza e determinazione anche davanti alle asperità della vita. Le noci di ginkgo, chiamate ginnan in Giapponese, erano tradizionalmente usate nella medicina giapponese per aiutare la digestione. Vengono menzionate in libri di medicina che risalgono al 1492 e poco più tardi si parlava del loro impiego nelle cerimonie del tè come dolcetti. Nel periodo di Edo (1600-1867) il popolo iniziò a usarli come vegetali e come ingredienti per la preparazione di salse. Nel XVIII secolo le noci divennero uno snack da abbinare al sake. Oggi sono usate, grigliate o bollite, nel chawan-mushi, un piatto a base di uova. Prese come supplemento alimentare, il ginkgo biloba favorisce il flusso del sangue al cervello e ha la reputazione di aumentare le facoltà mentali quali la memoria. |
momolindo | Posted: 7/2/2011, 15:04 Ginkgo biloba L. Piante forestali Classificazione, origine e diffusione Divisione: Pinophyta Sottodivisione: Conipherophytina Classe: Ginkgoatae Ordine: Ginkgoales Famiglia: Ginkgoaceae Sembra che cresca spontanea in Cina ma non si conosce con precisione l’origine di questa pianta perché è stata ampiamente diffusa e coltivata per molti scopi e tuttora è coltivata in tutta la sua estensione. Dimensione e portamento È una pianta che può raggiungere i 40 m di altezza e grandi circonferenze (fina a 8 metri) in condizioni ottimali. Ha una chioma piramidale; rada in età giovanile si addensa a maturità. Tronco e corteccia La corteccia è liscia da giovane con colore grigio-argenteo, poi assume un colore marrone scuro e presenta delle costolature suberose evidenti. Si possono distinguere macroblasti inizialmente di colore verde arancione e solo successivamente tendono al grigio argenteo della corteccia; i brachiblasti hanno forma claviforme con cicatrici fogliari e una gemma apicale. Foglie Le foglie hanno la tipica forma flabelliforme (a ventaglio), sono di colore verde o giallo al momento dell’abscissione. Si distinguono foglie macroblastali, portate alterne sparse con margine superiore smarginato spesso bilobato, e foglie brachiblastali riunite in ciuffetti e con margine intero e ondulato. Strutture riproduttive Il Ginkgo è una pianta dioica e gli “amenti” sono portati dalle piante maschili mentre gli ovuli, riuniti a coppie da un peduncolo, si trovano sulle piante femminili. La maturità sessuale si ha verso i 30-40 anni e l’impollinazione, anemofila, avviene a primavera. La fecondazione è ritardata di 4-6 mesi, un ovulo abortisce e l’altro cade non ancora maturo. Il seme termina la maturazione a terra e germina nella primavera successiva. Usi In Giappone e Cina è stato coltivato a lungo nei templi perché era ritenuto una pianta sacra, in Estremo Oriente i semi sono considerati una prelibatezza e vengono mangiati dopo essere stati arrostiti. Introdotto in Europa nel 1700 non riveste interesse forestale a causa del suo legno che è fragile. Viene impiegato come pianta ornamentale e da alberatura stradale perché resiste bene alle avversità climatiche, all’inquinamento e non ha parassiti pericolosi. Preferisce una buona illuminazione e non ha esigenze pedologiche particolari. Il frutto quando cade a terra si disgrega e provoca un cattivo odore a causa degli acidi carbossilici che contiene, quindi le piante femmina non sono indicate per utilizzi ornamentali. Il riconoscimento del sesso è molto difficile perché non ci sono caratteri evidenti prima della maturità sessuale, per la coltivazione si ricorre a individui maschili ricavati agamicamente per innesto. Note storiche. La medicina tradizionale cinese lo utilizzava come antiasmatico e come tonico per la mente, già nel VII secolo; in Europa è stato seminato il primo esemplare nell'orto botanico di Utrecht, in Olanda, nel 1730. In Asia lo si trova intorno alle pagode nei giardini coltivati dai preti buddisti, in quanto ritenuto pianta sacra. Da tempo immemorabile, inoltre, in Giappone, le foglie di questa pianta vengono messe tra le pagine dei libri per preservarli dai parassiti. Parti usate. Foglie. Componenti principali. Le foglie contengono: fìavonoidi (quercetina, isoramnetina), bioflavonoidi, procianidine, ginkgolide A, B, C; composti lattonici. Indicazioni terapeutiche. Il ginkgo è indicato nella terapia delle ischemie cerebrali, nelle cefalee e nei problemi circolatori della senescenza. Gli estratti di ginkgo hanno azione vasodilatatrice, migliorano l'irrorazione sanguigna cerebrale e quella del microcircolo; contrastano l'aggregazione delle piastrine e hanno azione antiossidante. Si usa in tintura o in capsule. Recenti studi hanno dimostrato che i princìpi amari (ginkgolidi) sono potenti inibitori del PAF (Platelet-activating factor), che ha un rilevante ruolo nella ipe-rattività della mucosa bronchiale e nei fenomeni infiammatori di natura allergica. agraria it |