Come Coltivare La Stephanotis Floribunda
Stephanotis floribunda è una pianta preziosa per la sua prolungata fioritura, l'intensa e rara profumazione e il fogliame sempre verde. Sto parlando di un bel rampicante, che con il gelsomino non ha nessuna parentela botanica, anche se è chiamato "gelsomino casalingo", infatti, appartiene alla famiglia delle Asclepiadaceae ed è originario dai boschi del Madagascar e in Europa è coltivabile soltanto come pianta di appartamento.
Scopri come fareDifficoltà Stephanotis floribunda di solito è commercializzato in vasetti di 20 cm di diametro e presenta un fusto corto, dal quale si dipartono un paio di rami fioriti arrotolati su due piccoli tutori. I rami sono volubili ovvero, come quelli del glicine, sono privi di sostegno e si sorregono avviluppandosi a spirale attorno ai tutori.Le foglie sono coriacee, ellittiche, lunghe 10 cm, di colore verde scuro lucido.
Nei boschi tropicali dove nasce, è in grado di superare i 6 metri di lunghezza e formare numerose ramificazioni secondarie. In appartamento è quasi impossibile raggiungere questi risultati, ma non è raro vedere esemplari lunghi fino a 3 metri.
L'ambiente migliore per questa pianta è quello della serra, caldo e umido, con una luce intensa ma filtrata, proprio come nel suo habitat naturale.
In appartamento è indispensabile assicurare, se non queste esatte condizioni, almeno un clima similare.
Per fortuna è una specie piuttosto robusta e di temperamento adattabile, quasi su tutto. Non transige, però sulle minime termiche. teme il freddo e durante l'inverno è necessario garantirle almeno 15°C. La richiesta di umidità atmosferica non è elevatissima: è sufficiente predisporre un secondo sottovaso (più grande del primo che si trova a diretto contatto con il contenitore della pianta) da mantenere colmo d'acqua.
Di conseguenza, non sono necessarie le nebulizzazioni fogliari, che tralasciano spesso le foglie sporche di calcare e, per questo, opache.
Il terriccio ideale è composto in parti uguali da torba nera concimata, terra di foglie e sabbia. In ogni stagione, il terreno deve leggermente asciugarsi tra un'annaffiatura e la successiva, senza mai essiccarsi.
Irriga il terreno ogni due settimane nel periodo estivo (di intenso sviluppo vegetativo), diminuisci poi drasticamente in autunno e in primavera. Mentre in inverno il turno di irrigazioni assestalo sui dieci giorni circa. Nel corso delle stagioni intermedie sommistragli l'acqua con oculatezza, perchè a temperature esterne abbastanza basse corrisponde l'assenza del riscaldamento interno.
In casa, quindi, il clima è fresco e il terriccio rimane umido più a lungo.
Stephanotis floribunda, necessita luminosità intensa, pena il fenomeno di "fioritura", cioè l'allungamento eccessivo dei germogli non accompagnato da un adeguato sviluppo dei tessuti di sostegno. Se si dovesse verificare tale situazione, somministragli un concime bilanciato a scarso titolo di azoto e appena possibile, intervieni con la cesoia al fine di eliminare la porzione apicale di ramo più debole.
A fine inverno o all'inizio della primavera intervieni con la potatura solo se occorre, per incentivare la produzione di rami laterali, togli le parti essiccate o elimina quelle più fragili e suscettibili di rotture.
Pochi giorni prima della potatura, esegui una concimazione ricca di azoto. Fino all'estate, poi, esegui gli altri interventi di fertilizzazione con concimi equilibrati (per quanto riguarda il contenuto di azoto, fosforo e potassio) e completi (cioè comprendenti magnesio, ferro e microelementi).
Infine, dalla metà di agosto fino a ottobre impiega, concime con poco azoto e alto contenuto di fosforo e potassio. Man mano che la pianta si accresce, in corrispondenza di un trapianto primaverile sostituisci i tutori con altri bastoni più lunghi o eventualmente, con una piccola spalliera di bambù.
Malattie: Stephanotis floribunda a parte ai problemi legati ad una coltivazione poco curata e ad un clima non idoneo, con poca luce e freddo, è suscettibile alle malattie di origine parassitaria. Solo di rado può essere attaccata dal ragnetto rosso o dalle cocciniglie farinose e a scudetto. In questo caso puoi usare un anticoccidico.
Per talee: Ogni porzione asportata dalla pianta con la potatura può diventare un'ottima talea, purchè sia ancora viva. Dopo aver asciugato il latice emesso dal punto di taglio con un prodotto in polvere contenenti ormoni radicanti, poni le taleee in vasetti riempiti con una miscela di torba e sabbia in parti uguali.
E' bene che il locale abbia una temperatura di almeno 24°C e una elevata umidità ambientale. Se non disponi di una stanza con queste caratteristiche climatiche, puoi collocare i vasi in una cassetta, coprila con un telo di plastica leggero e trasparente mantenuto sollevato con delle asticelle di legno.
Nel momento in cui le nuove radici avranno riempito il vaso, di solito dopo un anno, procedi alla prima invasatura in contenitori più grandi di un paio di centimetri e alla prima potatura. Questa deve essere piuttosto drastica e lascia soltanto due coppie di foglie alla base dei fusticini: ottieni così pianticelle molto forti, da coltivare con le stesse precauzioni degli esemplari adulti.