ALTRE PIANTE QUIOrigine e diffusione
Il Ricino è una pianta di origine tropicale (Africa e Asia), il cui addomesticamento risale al VI millennio a.C. nell'Asia sud-occidentale. E' stata introdotta in Europa prima dell'Impero romano. Oggi è coltivata in tutto il mondo (in particolare Asia e America del Sud) per il suo elevato contenuto in olio che viene utilizzato in farmacia e in varie applicazioni industriali.
Caratteri botanici
Il ricino presenta un apparato radicale formato da un grosso fittone che si sviluppa in profondità e da radici laterali superficiali. Il fusto (verde o porpora più o meno intenso), eretto e cavo, più o meno ramificato, e alto da 60 cm a oltre 5 metri. Le foglie, molto grandi e di forma palmata-lobata con 5-11 lobi ovali o acuti, talvolta dentellate, sono alterne; presentano a volte nervature rosso cupo. Alla base del picciuolo si osservano ghiandole nettarifere. Nella parte superiore delle infiorescenze a pannocchia si trovano i fiori femminili, mentre quelli maschili si trovano nella parte basale; l'antesi dei due fiori non è sempre simultanea. La fecondazione è allogama e dà origine a capsule (frutti) triloculari che, a seconda della varietà, possono essere deiscenti o indeiscenti e spinose o lisce. La maturazione dei semi non è simultanea.
La forma dei semi è ovoidale compressa, con una delle estremità più arrotondata e con l'altra fornita di una protuberanza detta caruncola.
Esigenze ambientali
Essendo una pianta di origine tropicale, il ricino ha bisogno, per il suo sviluppo vegetativo, di temperature piuttosto elevate. Dal punto di vista nutrizionale è molto esigente nei confronti del potassio e dell'azoto.
Benché sia considerata una pianta resistente alla siccità, al fine di ottenere una produzione economicamente valida richiede non meno di 600-700 mm di pioggia, anche se, con alcune varietà, sono sufficienti valori notevolmente inferiori.
Pur adattandosi a diversi terreni, le migliori produzioni si ottengono in quelli limo-sabbiosi, ben drenati e ricchi di sostanza organica; resiste bene anche a un discreto grado di salinità.
L'intenso lavoro di miglioramento genetico ha riguardato in particolare l'adattamento pedoclimatico, l'altezza del fusto, la produttività, la deiscenza delle capsule, il peso e il tenore in olio, l'introduzione della monoracemia e la resitenza alle avversità.
Hanno le dimensioni di un fagiolo borlotto
Edited by momolindo - 30/5/2015, 11:20