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ORRORE: IMMAGINI SHOCK DEL BIMBO MORTO SULLA SPIAGGIA

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momolindo
view post Posted on 3/9/2015, 16:43 by: momolindo
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Mai finirà perchè sei parte dei miei ricordi,parte della mia vita e ciò che mi hai dato,ciò che ti ho dato sempre vivrà!

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Aylan, il bimbo morto sulla spiaggia
La famiglia sognava il Canada



Il bambino, di 3 anni, stava fuggendo con la famiglia da Kobane. Le autorità canadesi avevano rifiutato la richiesta di asilo. Il padre, unico sopravvissuto: «Mi sono sfuggiti dalle mani».Arrestate quattro persone sospettate di essere gli scafisti.




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Aveva 3 anni. Ed era nato a Kobane, nel nord della Siria. Scappava da una guerra che ha ridotto in polvere la sua città e ucciso migliaia di suoi compagni di giochi. Aylan Kurdi. E’ questo il nome del bambino morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, la cui immagine ha fatto il giro del mondo.

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Un orsacchiotto bianco


Aylan è morto insieme al fratello Galip, 5 anni. Su Twitter sono circolate anche delle immagini dei due bambini, vivi e sorridenti. In mezzo a loro un orsacchiotto bianco. E tanti, tantissimi sono stati i messaggi di dolore arrivati da tutto il mondo. I quotidiani britannici sono quelli che più hanno insistito sull’atrocità della condizione dei migranti, costretti a tentare il tutto per tutto pur di salvarsi dalla guerra, mentre l’Europa chiude loro le porte in faccia. Ma la notizia è poi rimbalzata in tutto il mondo. In questi mesi il flusso di persone che scappano dalla Siria attraverso la Grecia è aumentato drammaticamente toccando la quota di 205 mila rifugiati solo nel 2015 (sono 4 milioni dall'inizio della guerra, nel 2011), secondo i dati dell'Alto commissariato per i rifugiati. Di questi la maggioranza (il 69 per cento) sono siriani. In particolare, Kobane, negli ultimi due anni, è stata teatro di combattimenti violentissimi che hanno visto contrapporsi le milizie curde ai jihadisti di Isis. Ma non solo. I rifugiati siriani scappano anche dalle bombe di Assad che dal 2012 colpisce duramente la popolazione con ogni tipo di arma per soffocare l'ascesa dell'opposizione.


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Da Kobane al Canada


Un attivista anti Isis di Raqqa, Abdalaziz Alhamza su Twitter ha scritto che la madre di Aylan e Galip sta bene, era ad Atene e ora è tornata sull’isola di Mytilene, il suo terzo figlio sta bene. Si tratta però di informazioni che non sono verificate. Altri media riportano invece la testimonianza del padre Abdullah che racconta come tutta la sua famiglia, compresa la madre di nome Rehan, sia morta durante la traversata. Un quotidiano canadese, Ottawa Citizen, spiega come la zia di Aylan, Teema Kurdi, che ora vive a Vancouver in Canada, sia stata contattata dal padre del bambino, unico sopravvissuto alla traversata, che le ha dato la notizia della morte dei figli e della moglie. Teema avrebbe tentato invano di far ottenere asilo alla famiglia in Canada. Ma la richiesta sarebbe stata rifiutata in giugno. A quel punto la famiglia Kurdi avrebbe deciso di tentare la traversata dalla Turchia da dove si trovava da qualche tempo («vivevano in condizioni terribili, i curdi vengono trattati male in Turchia», ha raccontato ancora la donna). Secondo l’agenzia di stampa turca Dogan tra Kos e Bodrum, insieme ad Aylan, sono morte 12 persone. Teema Kurdi ha riferito che il fratello Abdullah ora vorrebbe tornare a Kobane per seppellire la famiglia.


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«Mi sono sfuggiti dalle mani»


Abdullah Kurdi ha poi raccontato il tragico viaggio. «I bambini mi sono sfuggiti dalle mani», ha raccontato ai giornalisti Abdullah all’esterno dell’Istituto di medicina legale di Mugla, nel sud-ovest della Turchia. «Parlo per evitare che altre persone vivano la nostra sofferenza, chiedo al mondo intero di ascoltarci», ha aggiunto. «Il Canada mi ha offerto asilo, ma dopo quello che è successo non voglio andare lì. Voglio portare i corpi dei miei familiari a Suruc», città turca al confine con la Siria, «e poi a Kobane, e passare lì il resto della mia vita», ha spiegato. Il tutto mentre sono arrestate quattro persone sospettate di essere gli scafisti che hanno portato in mare la famiglia Kurdi e altre persone.

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Poche informazioni dunque, sulla storia di quel bambino, la cui immagine ha scosso il mondo interno. Quel che è certo è che quel corpo, piccolo, piccolissimo, con la maglietta rossa, e il viso riverso nella sabbia, è stato raccolto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, punto di passaggio di migliaia di rifugiati che da quel tratto di mare passano per raggiungere le isole greche come Kos, da cui poi tentano di continuare il viaggio verso il nord Europa.

La famiglia sognava il Canada

Il bambino, di 3 anni, stava fuggendo con la famiglia da Kobane. Le autorità canadesi avevano rifiutato la richiesta di asilo. Il padre, unico sopravvissuto: «Mi sono sfuggiti dalle mani».


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