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Pasqua austera: crollo vendite di uova e colombe

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marianna*
view post Posted on 23/3/2016, 18:42




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Pasqua senza uova e colombe quest’anno. L’erosione del risparmio delle famiglie italiane sotto il peso di una pressione fiscale fra le più alte al mondo, non si percepisce solo nella mancanza di sottoscrittori di Bot e azioni, ma anche nell’acquisto di uova e colombe pasquali. Due famiglie su dieci vi hanno infatti rinunciato quest’anno, ma già l’anno scorso si era avvertito un sensibile calo. E’ quanto rende noto il Codacons, che registra un calo record nell’acquisto dei classici prodotti dolciari natalizi pari al 17%. Il crollo  - spiega l’associazione dei consumatori –  è dovuto essenzialmente alla diminuzione del potere di acquisto per i nuclei familiari e ai rincari generalizzati dei prodotti, compresi tra il 6 e l’8%, rispetto al 2012, proprio per gli alimenti dolciari tipici della Pasqua. Un allarme che è stato condiviso anche dalla Confartigianato che nella regione Toscana, martoriata dalla recente vicenda del Monte dei Paschi di Siena, ha registrato vendite i calo del 16% rispetto allo scorso anno. Nonostante la stabilità dei prezzi (tra i 24 e i 30 euro/kg per le colombe e tra i 42 e i 77 per le uova di cioccolato) fortemente voluta dal comparto artigiano a fronte dell’aumento dei costi di produzione (+1,3% del costo dei trasporti e +4,2% di quello dell’energia) – spiega ancora Confartigianato – le vendite di uova e colombe è calata sorprendentemente mettendo in crisi la produzione enogastronomica artigianale e industriale della regione.

Troppe tasse frenano gli acquisti e mettono in difficoltà i produttori

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Tutta colpa delle tasse che stanno incidendo in maniera molto pesante sul potere d’acquisto delle famiglie italiane, costrette a rinunciare ai piaceri di una tradizione classica e a cambiare abitudini e stili di vita. Confartigianato punta in particolare il dito contro la burocrazia, incapace di sostenere le piccole e medie imprese artigiane e commerciali, strozzate ormai da troppo tempo da dal fisco, dall’Irap, dall’Iva e dall’aumento dei costi di produzione. La confederazione ritiene che, in questo momento di crisi, sia importante sostenere e incentivare la piccola e media imprenditoria: aziende artigianali e commerciali che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. Una scelta, inoltre, a tutto vantaggio dei consumatori cui la produzione dolciaria artigianale è in grado di offrire una qualità impensabile per la grande distribuzione. A fronte di queste difficoltà a cui il governo non ha saputo dare risposta, molte aziende hanno chiuso i battenti nel 2012 e altre si apprestano a farlo spostandosi all’estero, nella vicina Svizzera, dove l’incidenza della pressione fiscale non è asfissiante come in Italia.

In crisi anche il settore turistico e alberghiero che crolla del 14%




Fonte:dal web
 
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